La Sinagoga Grande di Bucarest: memorie di una città scomparsa

La Sinagoga Mare (“Sinagoga Grande”) di Bucarest fu costruita in stile neoclassico dalla comunità ebraica ashkenazita e inaugurata nel 1847. Era nota in origine anche come Sinagoga Poloneză (“Sinagoga Polacca”) per distinguerla dalla sinagoga sefardita nota come Sinagoga Spaniolă, situata a breve distanza. Era uno dei principali luoghi di culto della comunità israelita della capitale rumena, situata tra i vecchi quartieri ebraici di Dudeşti e Vacareşti. Sopravvissuta quasi indenne alla furia distruttrice dei Legionari della “Guardia di Ferro” nel 1941, è stata testimone dell’inarrestabile tramonto della comunità ebraica della capitale durante il periodo comunista, calata da circa 150.000 persone nell’immediato dopoguerra a meno di 4.000 negli anni Novanta.

Un tempo circondata da un dedalo di pittoresche strade alberate, fiancheggiate da case e ville in stili eclettici, da cui spuntavano campanili di chiese ortodosse e torri e timpani di altre sinagoghe, la foto ci mostra oggi la Sinagoga circondata da palazzi di epoca comunista, spazi vuoti e nuovi edifici frutto di più recenti speculazioni edilizie.

Gran parte degli antichi quartieri ebraici di Dudeşti e Vacareşti, insieme ad ampie porzioni del centro storico della capitale, furono demoliti durante gli anni Ottanta su ordine del Presidente Nicolae Ceauşescu, al fine di lasciare spazio a un mastodontico “centro civico” socialista imperniato su enormi edifici e ampi viali, un progetto solo parzialmente realizzato in quanto bruscamente interrotto dalla Rivoluzione del 1989.

L’architettura civile e religiosa del quartiere venne in gran parte cancellata, ma la prestigiosa Sinagoga Grande fu risparmiata dai bulldozer. Come mostra la fotografia, l’edificio appare oggi come un relitto di una città che non esiste più, inglobato dal modello urbano voluto de Ceausescu, che sostituì alla vecchia città orizzontale una nuova città verticale, e alle vecchie facciate cariche di decorazioni eclettiche nuovi edifici uniformi privi di connotazioni di classe. La Sinagoga, circondata su tre lati da alti edifici a ferro di cavallo e su un lato dagli spazi rimasti vuoti fin dal 1989, destinati ad essere riempiti da progetti edilizi privati, è praticamente invisibile al resto della città, e per questo sostanzialmente sconosciuta ai più.

Recentemente restaurata con fondi pubblici, sotto la supervisione della piccola comunità ebraica rimasta oggi nella capitale, ospita attualmente una mostra permanente dedicata alle vittime dell’Olocausto in Romania ed è usata saltuariamente per le funzioni religiose.

Nonostante il suo potenziale turistico, la Sinagoga è penalizzata dalla sua posizione nascosta, che la rende pressoché invisibile e difficile da raggiungere, e pressoché impossibile da fotografare senza che facciano capolino i grigi e anonimi edifici voluti da Ceauşescu, che ne fanno una testimonianza e una memoria incancellabile degli anni difficili nei quali il patrimonio storico e culturale della città e del Paese è stato volutamente oscurato dal furore ideologico.

Testo e fotografie: Andrea Corsale